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Nick Becattini

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Nick Becattini
Pistoia, 21 agosto 1962 – Camaiore, 10 settembre 2024

Come ho già scritto non amo scrivere Coccodrilli, credo che le persone vadano celebrate (ed aiutate) da vive, ma la scomparsa di Nick Becattini mi ha colpito molto.
Una vita con la chitarra in mano a celebrare il blues, così come dovrebbe essere fatto. Una vita a lanciare il cuore oltre l’ostacolo.

Pochi come lui in Italia sono stati protagonisti di quel passaggio dall’adolescenza alla maturità del Blues made in Italy. Questo proprio per il taglio unico ed inarrivabile della sua formazione avvenuta a Chicago a fianco di Son Seal e culminata dividendo il palco con giganti come Albert King. A pensarci bene pochissimi italiani (Fabrizio Poggi, Luca Giordano e Umberto Porcaro esclusi) possono dire di aver vissuto questo genere di esperienze, abituati come siamo a guardare il mondo dall’oblò.

Per me Nick anche se non ci conoscevamo di persona rappresentava il modo giusto di approcciare il blues elettrico, come chitarrista e come front man. Non tutti i chitarristi sono entrambe le cose.
Ho avuto modo di assistere alle sue esibizioni diverse volte in quanto collaborava spesso con il batterista forlivese Vince Vallicelli. Il tocco sulla fender era leggero e dinamico e incredibilmente emozionante.

Non voglio dilungarmi, non nascondo che da ragazzo avrei voluto andare a lezione di chitarra da lui, perchè era l’unico che sapeva veramente quello che faceva.

La tragica fine dopo una travagliata malattia ha creato un vuoto incolmabile. Ci lascia un artista vero, un padre, un esempio. Ci lascia un esempio.

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