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Stili di blues: Hill Blues

Ho conosciuto il blues dopo aver assistito a 16 anni ad un concerto di Robert lee Burnside in un piccolo teatro in provincia di Belluno. Ad essere con lui sul palco l’armonicista John Morrison.
Non sapevo nulla del blues anche se a dire il vero negli anni 90 era un fenomeno molto popolare ed apprezzato per l’alto coinvolgimento di pubblico.
Non mi interessa ora fare un’excursus sul “come eravamo”, ma su quello che solo in seguito imparai a conoscere come Hill Blues.
La musica di Burnside con la sua pulsante ciclicità era qualcosa di molto diverso da ciò che avevo sentito fino a quel momento e che avrei sentito anche in seguito.
La modalità di playing in accordatura aperta i groove ossessivi erano molto lontani da quel power blues tanto di moda in quegli anni, nonostante il bluesman avesse già fatto tappa nel nostro paese accompagnato ad esempio dal grandissimo Claudio Bertolin all’armonica.
Mi ci vollero anni per riuscire ad “accennare” qualcosa in quello stile così lontano dalle sicure sponde degli shuffle alla Jimmy Reed, ora posso dire che se dovessi abbandonare l’elettrico forse per suonare anche un solo pezzo con la chitarra alla sera dopo aver lavorato, probabilmente suonerei dell’hill blues.
Il blues oltre a una storia possiede anche una “geografia” e la geografia dell’Hill Blues è quello del nord del Mississippi, al confine con il Tennessee. Le contee specifiche in cui si sviluppa questo stile includono Marshall, Panola, Tate, Tippah e Lafayette. Le città di Holly Springs e Oxford, Mississippi, sono spesso citate come centri della musica Hill Country. In particolare, Como, nella contea di Panola, è una località menzionata come fulcro di questa musica, così come Senatobia nella contea di Tate.
Gli artisti che suonano in questo stile anche se non numerosi come quelli del Chicago blues sono comunque un bel numero e vantano dei veri e propri fuoriclasse, alcuni scoperti dal mercato discografico solo in avanzata età, altri leggendari come Mississippi” Fred McDowell (registrato per la prima volta da Alan Lomax nel 1959).
Altri artisti emblematici sono: R.L. Burnside, David ‘Junior’ Kimbrough, Robert Belfour, Othar Turner, T Model Ford, Rosa Lee Hill, CeDell Davis, Ed Young e Napoleon Strickland, Lucius Smith, R.L. Boyce, Cedric Burnside, Kenny Brown, Jhonny Woods, Shardé Thomas, Duwayne Burnside, Jessie Mae Hemphill.
Oltre al già citato Kenny Brown, per lungo tempo seconda chitarra di Burnside, tra gli artisti bianchi bisogna ricordare i North Mississippi Allstars, i Black Keys (nonostante non si tratti di un gruppo hill blues ma indie) e Big Papa Binns.
David ‘Junior’
Kimbrough
Mississippi
Fred McDowell
Robert
Belfour
Napoleon Strickland
R.L. Burnside
Othar Turner
Jessie Mae Hemphill
Lucius Smith
Jhonny Woods
ESSENZA DELL’HILL COUNTRY BLUES
Ci sono alcuni aspetti che rendono questo tipo di blues così riconoscibile, vediamoli insieme.
Ritmo e percussione (Groove ipnotico).
Una delle sue caratteristiche più marcate è una forte enfasi sul ritmo e sulla percussione. Il suono è spesso descritto come un “boogie ipnotico” o “groove ipnotico” e le canzoni possono ripetere lick e motivi fino a diventare quasi trance-inducenti. Questa particolarità ha origini antiche ed africane.
Riff di chitarra con pochissimi cambi di accordo.
Non è l’armonia a suggerire movimento e variazione, ma la melodia con semplici linee di canto che nella loro brevità rinforzano il groove.
Chitarra slide.
La chitarra slide è un elemento chiave, usata in modo percussivo e graffiante, con l’intento di guidare i brani.
Voicing degli accordi.
Ho notato che alcune sonorità Hill Blues possono essere riprodotte solo utilizzando particolari voicing, in cui sia assente la terza nota, questo da un senso di ambiguità all’accordo che non è riconducibile al modo maggiore o minore. (Sus)
Struttura dei brani.
Le canzoni presentano spesso strutture aperte e non convenzionali, consentendo una maggiore libertà di espressione rispetto alla familiare progressione a 12 battute.
Tradizione Fife and Drum.
Una parte integrante e più antica di questa tradizione musicale è la musica fife and drum (flauto e tamburo), le cui origini pre-guerra civile americana e le poliritmie dell’Africa occidentale si sono intersecate con il blues del territorio. Di questo approccio sono maestri Othar Turner e Sid Hemphill.
Fingerpicking.
La tecnica di fingerpicking è fondamentale, con il pollice che si occupa delle corde basse e una o due dita per le corde alte. A questo proposito è interessante notare la tecnica di strumming in cui spesso l’indice della mano destra colpise verso il basso le corde in contrappunto al pollice che suona le corde basse in battere. Questo particolare effetto ritmico è accentuato dall’unghia dell’indice che scivola sulle corde definendo un suono tipo “chunk” che trovando l’appoggio sul battere del piede o su un eventuale charleston di batteria crea una pulsazione ritmica molto coinvolgente.
Accordature aperte.
Questo particolare approccio al blues basa molto delle sue sonorità sull’utilizzo massivo di accordature aperte che possono essere spesso in G open, D open, A open o E open, oltre alle accordature dropped.
Oltre alla chitarra, l’Hill Country blues si avvale di diversi altri strumenti che contribuiscono al suo sound distintivo e alla sua profonda enfasi ritmica:
Batteria e percussioni: Le percussioni e il ritmo sono elementi chiave del suono Hill Country blues. La batteria è uno strumento fondamentale, spesso suonata dai familiari degli artisti più anziani. Ad esempio, Cedric Burnside, nipote di R.L. Burnside, ha iniziato a suonare la batteria nei juke joint da adolescente
Flauto (Fife) e tamburo (Drum): Una tradizione più antica e parte integrante della musica Hill Country è la musica fife and drum. Le sue origini risalgono a prima della Guerra Civile americana e le poliritmie dell’Africa occidentale si sono intersecate con il blues del territorio. Tra i musicisti di fife and drum più noti ci sono Othar Turner e sua nipote Shardé Thomas.
Armonica: Musicisti come Terry “Harmonica” Bean e Memphis Original Yella P sono noti suonatori di armonica nel genere. Johnny Woods, un armonicista, ha registrato e suonato con Fred McDowell.
Banjo: Lucius Smith è citato come suonatore di banjo, indicando la presenza di questo strumento nella tradizione.
Come sempre non credo e non pretendo di avere fornito un quadro completo di questo straordinario stile di blues, ma mi accontento di aver incuriosito ed invogliato altri appassionati nel cercare all’interno di questa musica nuovi stimoli ed idee. E anzi invito a segnalarmi ascolti interessanti che potrebbero emergere da queste ricerche. Quindi vi ringrazio in anticipo sia per la lettura che per le segnalazioni. La curiosità è una ricchezza siate curiosi e renderete più ricca la vostra vita.