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Cooper Terry L’Italia e il Blues

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Discografia

1972 – What I Think About America (Carosello ITA)
1974 – Soul Food Blues (Bellaphone GER)
1980 – Sunny Funny Blues (Divergo ITA)
1983 – Aida And Cooper Terry Revue – Feelin’Good (Appaloosa ITA)
1991 – Cooper Terry And The Nite Life – Stormy Desert Blues (B&R Connection ITA)
1992 – Cooper Terry e Fabio Treves – Red & Black (Red & Black ITA)
1992 – Cooper Terry And The Nite Life – Tribute To Yhe Blues (Blues Encore ITA)

Ci sono personaggi che hanno in qualche modo “cambiato il destino” della musica nel nostro Bel Paese, perchè in qualche modo hanno incrociato la loro vita con quella di altri musicisti molto ricettivi in un periodo storico particolarmente agevole per gli artisti Blues.

Quando si parla di blues in Italia bisogna sempre ricordare che si tratta di un fenomeno relativamente recente, in cui gli artisti si sono dovuti cercare dei “padri spirituali” a fronte di un background di base tutto da costruire.
Ciononostante molti cercarono “il verbo” alla fonte, con costosi viaggi in America (ai tempi della lira erano pochi quelli che potevano fare viaggi di questo tipo), o con la conoscenza diretta di artisti USA operanti sul territorio italiano. La presenza di questi era determinata da un sacco di ragioni differenti e i nascenti festival di settore rappresentavano per loro un’opportunità formidabile per sviluppare la musica in modo professionale.

Uno di questi artisti era Cooper Terry!

Nasce a San Antonio nel Texsas ma vive a San Fancisco.

Dopo le prime esperienze musicali negli Stati Uniti, come session man per musicisti come John Lee Hooker e Sonny Terry Cooper si trasferisce in Europa nel 1970, stabilendosi definitivamente a Milano nel 1972. Qui comincia a suonare regolarmente nei locali entrando in contatto con personaggi che poi si riveleranno importanti per il suo cammino, come l’armonicista Fabio Treves e il bassista Lillo Rogati, Claudio Bertolin (padovano), Marco Limido, di fatto gettando le fondamenta di quella che sarà la scena blues italiana.

Nel 1980 conosce Aida futura corista di Loredana Bertè e poi apprezzata solista, con cui registra l’album Feelin’ Good (IRD Appaloosa, 1983), la collaborazione diventa poi oltre che artistica anche sentimentale e la cantante adotterà come nome d’arte “Cooper”.

Le numerose incisioni con band italiane fanno da sfondo a una vita travagliata segnata dalla malattia e da un periodo di reclusione per problemi con la droga. Quest’ultimo fatto costringerà Cooper Terry ad abbandonare l’Italia proprio alla vigilia del suo ritorno sulle scene con I Nite Life al festival di Salerno Blues (la band sarà costretta a sostituirlo all’ultimo momento con l’armonicista Andy J Forest).

“Mi mandano via..”

 “Nell’estate dello stesso anno (1989) sono invitati (i Nite Life) ad esibirsi da opening act per B.B. King al Festival Blues di Salerno ma, poco prima del concerto, accade un terribile imprevisto: vista la nuova Legge Martelli che prevede l’espulsione dal nostro Paese degli extracomunitari con precedenti penali legati alla droga, l’allora scrupoloso Prefetto di Salerno decide di far prelevare Cooper dai Carabinieri disponendone l’immediato rimpatrio per il mattino seguente dall’aeroporto di Napoli… Dopo ventitre anni, bastano poche ore per scaraventare Cooper indietro nel suo Paese natale ormai come uno straniero, come quando partì la prima volta ma vent’anni più vecchio e con gravi problemi di salute. La band, anche se sconvolta, non può immaginare quello che sta accadendo e riescono a mantenne l’impegno grazie anche ad Andy J. Forest con il quale salvano la serata. Immaginate lo shock degli amici quando il mattino seguente la scorta accompagna Cooper in albergo a prendere la sua roba. Dice loro solo una frase: “Mi mandano via…”.”

Al di la di questo Terry sarà di ispirazione per molti musicisti italiani che videro in lui un “maestro” di quel verbo tanto lontano ma familiare che è il vero blues americano. Sebbene la dimensione acustica fosse quella che Terry preferiva sono presenti anche incisioni dal sound moderno con i fratelli Limido in gran spolvero.

Proprio per questo ruolo di guida molti partivano da città lontane per incontrarlo e toccare con mano un vero uomo di blues.

Spesso quello che incontravano non era quello che si aspettavano, magari l’approccio hippie non seguiva le velleità revivalistiche, ma comunque toccavano con mano qualcosa di vero.

Per questa ragione in questo mio articolo sono presenti alcuni ricordi di chi lo ha conosciuto di persona.

Il Ricordo di Marco Limido

Da ragazzo andai a qualche concerto di Cooper
Ma ai tempi non avrei mai immaginato di suonarci assieme
Poi ho formato con Lillo Rogati la Nite Life Band …

Cooper Terry era agli arresti in quel periodo e quando uscì definitivamente Lillo lo porto a casa mia dove avevamo il ritrovo per provare e ricordo che non aveva nessuna intenzione di rimettersi in gioco poi entrò nella saletta e io suonai un po di Blues …Cooper rimase sorpreso dal mio modo diceva che suonavo in modo energico e io ridevo per come lo diceva col suo accento da Stanlio e Ollio così lo definiva e che non assomigliavo a nessun’ altro quindi mi piace pensare di avere un po’ di merito nella sua ripresa.

Avevamo in programma Sanremo Blues 1989 con Aida e decidemmo di fare li suo rientro in scena.
Forse non eravamo pronti per il vero Blues come lo suonava lui , eravamo un po contaminati da tutto quello che arrivava qui .. tanti british e rock blues … a volte gli chiedevamo di suonare un po piu easy e lui si incazzava dicendo che non conosceva un’altro modo di suonare il Blues e aveva ragione !!!!

Lui mi insegnò la cosa più importante di questo genere che sta nel catturare lo spirito dei brani originali cioè quella cosa che li rende diversi uno dall’altro , cosa che già facevo avendo suonato con band come la Model T Boogie e i Blues Shakers di Arthur Miles …ma Lui aveva il Blues ed era tutto più facile, la differenza tra Howling Wolf ( il suo preferito ), Muddy e John Lee Hooker
La maniera di riportare il tutto nel tuo personale modo solo così avrei suonato un Blues e non una canzone !!!

Lasciò questa eredità a mio fratello Franco glielo disse personalmente dopo avergli dato qualche lezione di armonica e questo fu un grande dono e un compito … Formammo la Family Style e in seguito i Limido Bros e lo spirito di Cooper vive ancora con noi .
Grazie caro Neghèr dei Navìli

Marco 

Forse non eravamo pronti per il vero Blues come lo suonava lui , eravamo un po contaminati da tutto quello che arrivava qui .. tanti british e rock blues … a volte gli chiedevamo di suonare un po piu easy e lui si incazzava dicendo che non conosceva un’altro modo di suonare il Blues e aveva ragione !!!!

Il Ricordo del Reverendo Gianfranco Skala

Straordinario personaggio, caro amico…ottimo musicista ..incastrato dalla legge causa amici molto potenti e famosi che lo hanno usato

Claudio Bertolin, grande bluesman padovano e amico, conobbe Terry e collaborò con lui suonando soprattutto in acustico ed accompagnandolo con la sua armonica in tantissimi concerti, in uno di questi venne notato da Roberto Ciotti ed ingaggiato come armonicista (Bertolin), una collaborazione che cambiò la vita al bluesman veneto e gli permise di lasciare un segno indelebile nel blues italiano incidendo insieme al bluesman romano l’indimenticabile album “Bluesman”.

Ricordo di Claudio Bertolin

Era l’estate del 1978 ….stavo camminando nelle strade notturne di Padova….saranno state almeno le due di mattina….tornavo da una serata…..faceva molto caldo….non avevo voglia di tornare a casa ….mille pensieri vagavano nella mia povera testa….uno di questi prese il sopravvento.

Che cos’è il Blues per me….cosa rappresenta…. perché ostino a suonare …come se volessi dimostrare cosa…Un giorno di quelli (qualche anno dopo 1983) mi capitò tra le mani la rivista: il Blues….lessi con molto interesse l’intervista che fecero a Cooper…Mi colpì molto…sentivo di avere delle affinità con questo Cooper Terry….che non conoscevo….Qualche giorno dopo partii per Milano con il proposito di incontrarlo….Con me venne un’amica…. insieme attendemmo con pazienza il suo arrivo.

Da una cinquecento scese il Bluesman con lui c’era il suo chitarrista ..e una graziosa ragazza dai lunghi capelli biondi.Mi presentai con un po’ di imbarazzo …spiegai il motivo della mia visita ecc…Ia sua reazione fu molto vaga …ho suonato con la mia band fino adesso sono un po’stanco magari vieni un’altra volta….si insomma avevo capito che la graziosa ragazza bionda era nelle sue priorità….beh come dargli torto….io e la mia amica vagammo per i navigli …il treno per il ritorno era verso la mezzanotte …quindi ci siamo allontanati dalla casa di Cooper e piano piano ci siamo inoltrati in un parco non lontano da casa sua.

Erano passate quasi due ore dal fatidico incontro….sentii venire da qualche parte il suono di un dobro National…e uno slide che ci lavorava sopra….chiesi alla mia amica se anche lei sentiva ….certo …se ti giri vedrai una chitarra luccicare In effetti era Cooper con il suo dobro National nel quale si rifletteva la luce di un lampione…. accidenti corsi da lui che sorrise benevolmente ….mi chiese di suonare con lui ….. passammo almeno un’ora ad improvvisare …era come se ci conoscessimo da sempre…compiaciuto si alzò …..quando ai voglia passa a trovarmi….sei l’unico che conosco che sa fare Lost John di Sonny Terry….era l’estate del 1978 ….un po’ di tempo fa’….quella mia Amica dopo quell’avventura non lo più incrociata.

Ho saputo purtroppo, che si suicidò. Il motivo non lo so’…Non c’è più nemmeno Cooper…

Ringrazio: Claudio Bertolin, Marco Limido, Gianfranco Skala, Davide Grandi per i contributi e le testimonianze.

Non pretendo che questo articolo sia esaustivo, rimando al più completo articolo su spaghettiblues dove sono presenti molte altre testimonianze.

Erano passate quasi due ore dal fatidico incontro….sentii venire da qualche parte il suono di un dobro National…e uno slide che ci lavorava sopra….chiesi alla mia amica se anche lei sentiva ….certo …se ti giri vedrai una chitarra luccicare In effetti era Cooper

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